Arnaldo Esposto

(Genova, 29 settembre 1933 – Genova, 1996)

Durante gli anni ‘50 si lega nell’ambito dell’informale, per poi spostarsi verso ricerche basate sul valore del segno grafico e plastico della superficie, dipinta indagando sul rapporto forma – spazio.

Dall’inizio degli anni ‘60 sviluppa una ricerca sui significati della trasformazione della forma in tutte le sue possibilità di espressione cercando di creare forme “pure”, estranee a qualsiasi riferimento naturalistico: “liberare le forme della composizione da quanto possano richiamare ancora la loro fisicità di ricordo di oggetti del passato portandole all’essenzialità di una forma purificata in una dimensione il più possibile ridotta alla semplificazione, quasi astratta da qualsiasi riferimento che non volga su un piano di purezza geometrica.

Dal 1961 continua sperimentazioni sulla percezione visiva arrivando ai “rilievi”, ottenuti mediante
estroflessioni all’interno dell’opera, cercando di dare dimensione alla forma grazie al rapporto spazio – luce.

Dal 1962 affianca ai “rilievi” i “segni grafici”, proponendo così una divisione in due parti sulla tela: la parte di destra non è condotta sullo stesso piano di quella di sinistra, ma proprio volutamente, in quanto sta a dimostrare il liberarsi progressivo di questa forma già trovata in un segno che è un puro valore grafico; nascono così due pagine di una lettura di uno stesso processo creativo di cui, per altro, la parte di destra è prosecuzione e come tale non può precedere.

Nel 1964 espone a Genova presso la Galleria La Polena e nel 1966 presso la Galleria Il Chiodo.
Fonda nel 1963 insieme a Giancarlo Bargoni, Attilio Carreri, Riccardo Guarneri e Gianni Stirone il Gruppo Tempo 3.

Nel 1974 espone presso la Galleria Il Nuovo Sagittario a Milano.

Sue opere sono conservate nel Museo di Villa Croce a Genova e nei musei di arte contemporanea
di Pisa, Verucchio, Varazze, Torino.