Emilio Scanavino

(Genova, 28 febbraio 1922 – Milano, 28 novembre 1986)

Emilio Scanavino

Tra i massimi esponenti dell’informale italiano, frequenta il Liceo Artistico Barabino di Genova e nel 1942 si iscrive alla Facoltà di Architettura presso l’Università di Milano. Nel 1947 soggiorna a Parigi, viaggio fondamentale che lo aiuterà nella sua ricerca artistica.

Nel 1950 espone alla Biennale di Venezia  e nel 1952 lavora anche nella fabbrica di Ceramiche Mazzotti ad Albisola Marina dove ha occasione di conoscere artisti come Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Roberto Matta, Wilfredo Lam.

Nel 1958 inizia una collaborazione con la Galleria del Naviglio diretta da Carlo Cardazzo; il suo lavoro suscita l’interesse di critici e storici come Enrico Crispolti, Guido Ballo, Gillo Dorfles, Germano Beringheli e galleristi come Gudio Le Noci, Arturo Schwarz.

Nel 1968 trasferisce il suo studio a Calice Ligure e nel 1971, a seguito della guarigione dovuta ad un intervento per emorragia cerebrale, si dedica ad una nuova produzione artistica. Insieme all’artista Alik Cavaliere in occasione della Biennale di San Paolo del Brasile crea l’opera monumentale “Omaggio all’America Latina”  oggi esposta presso il Museo della Permanente di Milano.

Dopo un inizio legato alla pittura figurativa, dagli anni ‘50 le sue composizioni assumono una forma sempre più astratta e drammatica sino ad arrivare a quel gesto, quel nodo, quella tramatura che caratterizza il suo modus operandi dall’inizio degli anni ‘70. Nelle sue opere più tarde degli anni ’70 il suo gesto è perfettamente delineato e riconoscibile, declinato in inquietanti forme talvolta minacciose e macchiate di un colore rosso sangue.

Invitato alla Quadriennale di Roma del 1986, Scanavino muore a Milano il 28 novembre 1986.